mercoledì 16 settembre 2015

Intolleranze alimentari: Step 1.

Sembrava facile ricominciare, e invece....

Parlo del blog, del lavoro (anche se le ferie devono ancora iniziare), delle buone abitudini (ehm)....
Quindi, come tutti gli anni, a settembre, si stilano tutta una serie di buoni propositi...
Mi metto a dieta, ricomincio a fare movimento, voglio ritagliare degli spazi solo per me..

Io, come tutti, non ho potuto esimermi, ma per una volta, sono assolutamente decisa a portare avanti tutta una serie di propositi.
Dieta in primis..
Il 2015 è stato un anno difficile, finora, ricco di soddisfazioni, ma povero di "cose buone".. Complice una serie interminabile di cene, lavorative e non, complice il fidanzato, che adoro viziare a tavola, non ho prestato molta attenzione ai richiami del mio corpo... Primo fra tutti, quell'urlo partito dalla bilancia.
Lo scorso inverno, l'unico momento per me, è stato un corso di Pilates, con la collega/ amica Vittoria, vera salvatrice del mio giro vita.

E adesso? Adesso mi ritrovo orfana della palestra e in regime alimentare agguerritissimo.. Agguerritissimo, non solo per un discorso estetico, ma anche perché, come molti al mondo, sono oppressa dalle intolleranze.
Nel mio caso il dramma sono le farine.. Il frumento per me è come la criptonite per Superman..
Peccato che il frumento dia vita alle cose più buone e gustose del mondo...

Sicura di questa mia problematica (è impossibile non accorgersene), ho approfittato di un test per le intolleranze che abbiamo fatto lunedi' scorso in farmacia. Un po' per vedere se il risultato corrispondesse, un po' per capire per quale motivo io e il mio corpo litighiamo in continuazione..

Quindi, felice e curiosa, mi sono sottoposta al CREAVUTEST, un macchinario che sfrutta i principi della della medicina tradizionale e di quella complementare, usando l'elettroagopuntura e osservando le variazioni del potenziale elettrico in relazione al contatto con le sostanze.

Sostanzialmente, il test si è svolto trasmettendo degli impulsi in un punto preciso del mio dito medio destro, verificando prima le classi di alimenti, e poi gli alimenti nello specifico, laddove ci fosse una reazione di intolleranza...

In meno di 30 minuti, ho confermato tutto quello che già sapevo, scoprendo in più una discreta intolleranza al caffè (ne bevo una dozzina al giorno, sarà per quello?)...

E, a dire il vero, è quella che mi pesa di più.. Il caffè (rigoro-
samente americano), è il mio comfort food,
insieme alla zuppa di miso... ma tant'è.......

Qualcuno, un giorno, ha detto.."Parigi val ben una messa",
no?
 

Il primo step del mio nuovo percorso di benessere, quindi, è partito proprio da qui. Scoperto il nemico, procedo con l'eliminazione... Ma quanto è difficile...
Difficile rinunciare alla brioche del lunedì e del venerdì con la mia collega, momento in cui ci aggiorniamo sul weekend in arrivo o su cosa abbiamo fatto quello appena trascorso.... Difficilissimo rinunciare alla piadina al volo che ogni tanto mi concedo, quando sono di corsa e non ho preparato il pranzo da casa (praticamente sempre)...

Ma sono determinata a farmi star bene (e a bruciare qualche kg), e, perché no, anche a rendere utile per tutti voi questa mia esperienza.
Le intolleranze sono ormai così diffuse, quanto difficili da scoprire. Inoltre, in molti casi, possono portare a problemi più seri. Ci sono fior fior di studi, per esempio, che spiegano quanto possa essere fastidioso il frumento per una tiroide non perfetta..
Ma non di solo frumento si muore... Il lattosio è un altro di quei componenti base nella dieta di tutti giorni, ma che non tutti sono in grado di sopportare... O il nichel, o le solanacee....

Fortunatamente, per risolvere tutto, basta eliminare l'alimento (o gli alimenti) che infastidisce per un periodo di tempo che varia da 2 a 6 mesi e poi, reintrodurlo in maniera graduale, in modo che l'organismo non lo riconosca nuovamente come dannoso.

Ma in questi mesi? O anni, perché nessuno ci impedisce di vivere senza certe sostanze... Come si sopravvive?
Io sto iniziando a informarmi, dal momento che questa volta faccio sul serio, e, ho scoperto proprio ieri, per cominciare, una salsa di soia che non contenga glutine.
Mangiando al giapponese almeno 3 volte alla settimana, questo è il primo passo per la mia sopravvivenza..  Ma non è sufficiente direi...
Quindi mi sto attrezzando per poter gestire la mia vita culinaria e tra pochi giorni avrò l'onore di fare una chiacchierata con Tiziana Colombo, autrice dei libri "NICHEL. L'intolleranza? La cuciniamo" e "LATTOSIO.L'intolleranza? La cuciniamo", entrambi ricchissimi di ricette e consigli per sopravvivere alle intolleranze.

Ma non voglio svelare troppo ora...
Stay tuned!!!


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